Crescita e Sviluppo
Crescita e Sviluppo
Oltre la teoria economica del PIL
Il tema della crescita riveste grande importanza negli studi economici. Università, enti statistici nazionali, istituzioni economiche che studiano l’evolversi dell’economia interna ai paesi, grandi istituti bancari e finanziari che decidono dove e come investire il denaro dei risparmiatori, governi del pianeta che competono nella gara alla crescita economica e al maggior sviluppo, enti internazionali quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionle e l’ente per il commercio mondiale (WTO), sono tutti coinvolti al raggiungimento degli obiettivi di aiuto allo sviluppo e di riduzione della povertà del mondo.
Anche imprenditori e industriali che, in vista di programmi di crescita delle proprie realtà imprenditoriali e delle proprie imprese scrutano l’orizzonte per decidere dove impiantare nuove fabbriche o quali nuovi mercati conquistare, sono spesso studiosi del fenomeno della crescita.
Pur se in misura minore, siamo tutti curiosi e tutti desideriamo capire meglio il concetto di crescita per poter decidere, con maggiore tranquillità, dove investire i nostri risparmi o dove forse trasferirci un domani per poter vivere in “un un mondo migliore”.
Tradizionalmente, lo studio dei fenomeni della crescita, parte dall’osservazione del mercato economico e passa attraverso l’analisi attenta dei desideri delle persone, dei loro guadagni, di ciò che producono e di ciò che consumano e viene alla fine riassunto in piccoli numeri percentuali che prendono il nome di “ indicatori “ o “indici dello sviluppo“ che paragonano la crescita di un anno rispetto all’anno precedente nei vari settori della vita.
Il risultato e’ semplice e facile da leggere ma sappiamo tutti che dietro quei numeri riassuntivi si nasconde una profonda indagine, una lunga e acuta analisi, una lettura di formulari compilati da singoli, famiglie, imprenditori , imprese, istituzioni, associazioni di categoria, sindacati , università, associazioni locali e nazionali del business , una lettura di rapporti, di relazioni redatte da ministeri ed enti statistici o banche nazionali competenti in materia. Più l’analisi si allarga spostandosi dal livello locale, al nazionale e internazionale, più gli enti e le persone coinvolte sono maggiori e più si allunga il tempo dell’indagine, Esistono società , collaudate da anni di lavoro, che oggi sono in grado di soddisfare le richieste con ottimo grado di approssimazione .
Vorrei esaminare insieme con il lettore l’approccio odierno a queste indagini e capire se il metodo di analisi e di sintesi possa considerarsi esaustivo e se il risultato numerico riassuntivo dell’analisi fornisca un quadro dello ”reale e veritiero “.
L’indice di sviluppo nazionale . Il P.I.L ( Prodotto Interno Lordo)
In termini economici il PIL “ è l’insieme di tutti i beni finiti, diretti e strumentali, prodotto in un anno dalla collettività di una nazione e, in termini monetari, il valore dei beni stessi ai prezzi di mercato “; in breve, il PIL e’ la somma di tutti i redditi delle persone impegnate nella produzione di beni e servizi di un paese. La misura della crescita economica di un paese si ottiene confrontando il PIL di un anno con quello dell’anno precedente dalla cui differenza deriva un indice percentuale che indica di quanto il PIL e’ cresciuto rispetto all’anno precedente in termini reali. –
Per esempio, nel 2007 l’Italia è cresciuta di un indice pari all’1,5% rispetto al 2006. Ciò significa che lo sviluppo economico e’ cresciuto dell’1,5% rispetto all’anno precedente e che dunque nel nostro paese il benessere medio della popolazione è aumentato. Se l’indice fosse stato negativo (e quindi con il segno meno) avremmo avuto un’indicazione di regresso ovvero il paese non solo non è cresciuto bensì è indietreggiato.
Dato che tutti i paesi del mondo utilizzano questo sistema è possibile fare stime e paragoni e a questo scopo vengono stilate tabelle di confronto.
Una di queste è la tabella delle “top ten“, ovvero le prime dieci nazioni del pianeta che, sulla base degli indicatori economici di sviluppo, sono quelle che hanno fatto il maggiore salto in avanti: la Cina, con un indice intorno al 12,5%, l’India al 7%, gli USA al 2,5% e cosi via. In base a questo indice, la Cina cresce di circa 9-10 volte l’anno rispetto all’Italia e, con questo trend, potrebbe diventare la nazione con il massimo sviluppo economico nei prossimi dieci anni, seguita dall’India.
Al contrario, molti paesi del pianeta hanno il PIL al negativo in particolare alcune nazioni dell’Africa e dell’Asia che, trovandosi in tale condizione da tanti anni, sono chiamate “in via di sviluppo” o “sottosviluppati”.
L’indice della borsa valori
La borsa valori e’ l’istituzione che segue la valorizzazione delle aziende le cui quote societarie sono spartite tra migliaia di risparmiatori che, pur disponendo di piccole quote, restano esclusi dalla gestione di quell’azienda. Il valore di queste quote e’ fluttuante perché dipende da vari fattori tra i quali, in particolare, la legge della domanda e dell’offerta e dai risultati di bilancio annuali-. Il valore della quota o dell’azione dipende quindi dal libero mercato. Giornalmente si seguono le contrattazioni di chi vende e chi compra, giornalmente vengono redatti listini dove si possono leggere i valori delle quote, la quantità di azioni vendute e comprate e la crescita valoriale delle aziende.
In questo modo sia i compratori, sia i venditori ottengono le informazioni necessarie per decidere le azioni successive da intraprendere: tutto questo produce il “su e giù della borsa“ che a volte arricchisce qualcuno ma, il piú delle volte, impoverisce molti. Le fluttuazioni sono individuate da indicatori che permettono di capirne il trend. Gli indici di borsa possono dare all’interessato, indicazioni esaustive, riassuntive e statistiche, sul comportamento delle azioni delle varie società nel giorno, nel mese nell’anno e nel decennio e far capire se c’e’ stata crescita economica, crescita di valore, crescita di guadagni o perdite in tutte le direzioni.
Se alla fine di un anno borsistico, l’indice generale che riassume la posizione media globale delle aziende iscritte al listino e’ positivo significa che c’e’ stato sviluppo e, oltre ad essere cresciute, le aziende hanno fatto guadagnare gli azionisti; se l’indice medio e’ negativo significa che non c’e’ stato sviluppo e che la maggior parte dei possessori di azioni hanno perso denaro.
Questo indice é spesso utilizzato per misurare la crescita di una nazione perché mostra la capacità di sviluppo del sistema industriale e finanziario di un paese e la sua solidità economica. In alcuni paesi esistono anche organi di controllo che vigilano sulla regolarità delle transazioni e intervengono in casi dubbi bloccando i titoli e le transazioni per evitare speculazioni sul titolo (sia al ribasso che al rialzo). Esempi di indici sono il Dow Jones a Wall Street (New York) il Mib a Milano, il Nikkey a Tokyo ecc… Altre tipologie di indici esistono anche in campi industriali, dell’alta tecnologia e bancari ecc.
L’indice delle esportazioni ed importazioni
Parte dei beni prodotti da un paese possono essere utilizzati nel paese medesimo o venduti in altri paesi, cioè esportati; i beni che non vengono prodotti o che non si trovano in quel paese, come ad esempio alcune risorse , vengono importate da quei paesi che invece le posseggono . Le esportazioni rappresentano le “entrate” di bilancio di un paese mentre le importazioni rientrano nella voce di “uscita”. Anche una mente semplice comprende che più un paese esporta più incassa, mentre se piu’ importa piu’spende. L’indice che regola questo fenomeno e’ dato dalla differenza tra esportazioni e importazioni.
Se la differenza e’negativa vuol dire che il paese paga di piu’ di quanto incassa e quindi si impoverisce di valuta. Nei sistemi economici, l’indice positivo indica anche una crescita in valuta pregiata, e quindi maggior benessere economico, il contrario indica una decrescita economica e susseguente impoverimento. Questa dinamica é uno strumento di contabilitá nazionale anche noto come “bilancia dei pagamenti“,che quindi può essere positiva o negativa
L’indice delle riserve valutarie
Ogni paese dispone, nella propria banca centrale, di una riserva in oro il cui valore dovrebbe essere pari al valore della moneta circolante che, in quanto carta moneta “, trova valore solo se riferita alla riserva aurea.
E’ storia di molti paesi che le classi politiche, per motivi etici o di potere, spesso “dimenticano” questo legame e portano il paese alla bancarotta consumando le riserve auree o mettendo in circolazione più carta moneta di quanta ne sarebbe consentita dalle riserve. Questo legame viene definito da un indice, positivo o negativo, da cui derivano delle conseguenze sullo sviluppo dei paesi medesimi. Varie volte nella storia, molti paesi sono entrati in bancarotta per non avere tenuto conto di questo indice.
L’indice di natalità
Questo indice misura la differenza tra la natalitá e la mortalitá di un paese e implica, anche se non in maniera esplicita, un problema relativo allo sviluppo- Se l’indice e’ negativo significa che la natalitá e’ inferiore alla mortalitá. Se la popolazione diminuisce, anche il numero dei lavoratori diminuisce nel tempo creando circostanze economiche sfavorevoli.
Per esempio, gli enti di previdenza potrebbero non essere in grado di pagare le pensioni a causa del decrescente numero di lavoratori. Oppure, potrebbe non esserci sufficiente manodopera da impegnare nelle attività produttive e molte fabbriche potrebbero essere costrette a chiudere o ad aprirsi all’immigrazione. Un indice di natalità negativo produce turbolenze sullo sviluppo tuttavia, anche un indice di natalitá troppo alto, ovvero un “overdose” di abitanti, può provocare una involuzione allo sviluppo con masse di emigranti verso l’estero.
Si potrebbe andare avanti in questa direzione, ma ci porterebbe lontano dallo scopo di questo articolo, perché qui la domanda che ci si pone è: i termini crescita e sviluppo definiscono solo una condizione di crescita economica, oppure dovremmo allargare la visione e ridefinire il significato di “sviluppo“, prendendo in esame tematiche che non siano solo economiche?
Per esempio, se prendessimo in esame le dieci nazioni del mondo che guidano la classifica delle “top ten”, i paesi più sviluppati e con gli indici economici più elevati, alla luce di alcune tematiche non prettamente economiche, quali la protezione dell’ambiente e dell’ecosistema naturale, la salvaguardia dei diritti umani, le pari opportunità tra uomini e donne, il diritto all’educazione, la protezione dei diritti dei bambini, la protezione delle minoranze etniche, la libertà individuale, la libertà del diritto di informazione e stampa, il diritto allo studio, l’accesso all’università ecc…, le dieci nazioni più sviluppate al mondo perderebbero posizioni in classifica?
Probabilmente scopriremmo che in queste realtà nazionali esiste lo sfruttamento dei bambini nel mondo del lavoro e dell’industria, esiste la discriminazione delle donne nel loro contributo allo sviluppo, esistono pregiudizi verso le minoranze etniche e di colore, esiste la palese violazione di diritti umani fondamentali , esiste la persecuzione sulla base di ideologie, religione, appartenenza diversa da quella della classe dominante.
E forse allargando lo sguardo al resto del pianeta scopriremmo che l’economia mondiale è allo sfascio; scopriremmo che l’ingiustizia sociale fa ormai parte della “normalitá”; che un quarto della popolazione mondiale che osiamo chiamare “bambini, é sfruttata, abusata sessualmente, comprata e venduta come bestie da cortile, lasciata morire di fame e di malattia, abbandonata negli affetti da genitori attenti solo a loro stessi; che politici affamati di potere orientano i loro sforzi al solo scopodi conseguire e mantenere privilegi personali; che il sistema ecologico è forse all’ultimo stadio prima dell’implosione; che l’ istruzione è stata dimenticata, sottostimata, tesa a produrre una massa di consumatori inconsapevoli, svuotata di valori; un mondo del lavoro e degli affari ridotto ad un sistema impazzito di produzione di profitto per i pochi; che gli esseri umani, in gran parte del pianeta, sono ridotti allo stremo delle forze dalle lotte quotidiane per la sopravvivenza; che c’è odio per tutto ciò che non è uguale a noi.
Scopriremmo che questo e’ il pianeta in cui viviamo; un pianeta che sembra essere stato dimenticato da Colui che lo ha creato, affamato delle proprie ricchezze, abbandonato ad un destino crudele con tutti i suoi abitanti. Scopriremmo che questo e’“ il sistema“, un sistema monocolore e unicamente orientato al beneficio economico di una minoranza che ne controlla gli indici economici.
Un sistema di sviluppo distorto in cui “la vasta maggioranza dei popoli del mondo affondano sempre più cupamente negli abissi della fame e della sventura mentre smisurate ricchezze, quali né i Faraoni né i Cesari e nemmeno le potenze imperialistiche del secolo scorso poterono mai sognare, sono a disposizione…” di pochi gestori delle faccende umane (3)
E’necessario quindi inserire dei nuovi indici che possiamo definire “ indici della coscienza umana ” che, insieme agli indici di sviluppo e crescita economica, tengano conto delle necessitá delle persone in quanto tali, in quanto soggetti ed oggetti stessi dello sviluppo. Si tratta forse di dovere ridefinire e risignificare chi é un essere umano per poterne capire le intime e piú profonde esigenze?
Secondo gli Scritti di Baha’u’llah l’essere umano e’ un essere “ essenzialmente spirituale “ e dopo avere adempiuto ai doveri primari della vita egli deve interessarsi di sviluppare il suo essere interiore:
“ L’uomo è il Talismano supremo. La mancanza di un’adeguata educazione l’ha però privato di ciò che inerentemente possiede. Da una parola uscita dalla bocca di Dio egli è stato tratto all’esistenza; da un’altra è stato guidato a riconoscere la Sorgente da cui attingere la sua educazione e da un’altra ancora gli furono garantiti rango e destino. Il Grande Essere dice: Considera l’uomo una miniera ricca di gemme di inestimabile valore. Soltanto l’educazione può rivelarne i tesori e permettere all’umanità di goderne “.
Potremmo quindi affermare che :
“ Il più importante ruolo che le imprese economiche devono svolgere nello sviluppo consiste dunque nel fornire alle persone e alle istituzioni i mezzi con cui essi possano conseguire il vero scopo dello sviluppo, ossia costruire le basi di un nuovo ordine sociale che coltivi le illimitate potenzialità latenti nella coscienza umana ” (2)
Questa affermazione comporta la creazione di una duplice scala di indici che ci aiutano non solo a reimpostare le regole e lo scopo dello sviluppo, ma anche a controllarne l’andamento: da una parte, indici economici che misurano la crescita economica e i mezzi messi a disposizione, dall’altra, “ indici spirituali ” che concorrono allo sviluppo “ delle illimitate possibilità latenti nella coscienza umana ”. Dall’integrazione delle due scale di indici si otterrá una visione innovativa dello sviluppo e al contempo, un sistema di misurazione e di controllo equilibrato e sostenibile che “ costruisca le basi per un nuovo ordine sociale “ nel quale la crescita economica e la dignità di coloro che sono inseriti nel processo di sviluppo, saranno entrambe garantite.
Questa ridefinizione riporta al centro dei sistemi di sviluppo “ l’uomo “, “ l’essere umano “. Non solo al livello mondiale ma anche nei sistemi aziendali, nelle organizzazioni famigliari, nei sistemi educativi, nelle imprese, ed in genere nella vita .
“ E’ l’essere umano la parte centrale dello sviluppo ”. E’ la sua felicità, la sua dignità, il suo amore per l’esistenza, è la possibilità per ognuno degli oltre sei miliardi di abitanti di sviluppare le proprie gemme interiori, che va garantito nei temi dello sviluppo.
E’ per questa garanzia che dobbiamo lavorare portando con saggezza, in tutti i settori, l’integrazione delle due scale di indicatori in modo che le tematiche dello sviluppo permettano alla terra di divenire un solo paese e i suoi cittadini gli abitanti, di pari dignità, di una casa comune .
E forse, in un tempo che non sarà vicino, misurare lo sviluppo solo con gli indici del PIL, rimarrà solo uno dei ricordi di una società umana ai suoi albori che usa misurare lo sviluppo solo in termini di crescita economica –
(1) Spigolature : Baha’u’llah
(2) Prosperità del genere umano : Casa Universale di Giustizia
(3) La Promessa dell Pace Mondiale: Casa Universale di Giustizia
Beppe Robiati
- Lezioni alla facoltà di Economia dell’ Università di Bari
- Seconda lezione EBBF all’università di Bari